Petrović, Divac, Kukoc,
Radja, Boban, Bokšić, Savićević.
La Jugoslavia unita era un idra, il noto
mostro a più teste affrontato da Eracle nelle sue fatiche, il quale aveva il
vantaggio di vedere due teste rispuntare ogni volta che l’eroe greco ne
tagliava una.
Un essere apparentemente
invincibile quest'idra sportivo, con un punto debole, però, apparentemente invisibile ed
ignoto, ma terribilmente fatale.
La Jugoslavia sportiva
sarebbe stata, e lo dicono le statistiche odierne, una delle corazzate dello
sport mondiale di oggi, stabilmente nelle contenders delle maggiori
competizioni internazionali.
La politica e le differenze
etniche hanno fatto scoppiare un orologio svizzero, in cui atleti di etnia e
religione differente riuscivano a convivere come fratelli fin da bambini, dai
tempi spensierati dei ritiri sui monti di Rogla con le nazionali giovanili e
militari.
Con la disgregazione della
Jugoslavia, i nuovi singoli campionati delle antiche sei Repubbliche fedeli a
Tito hanno dovuto vedere in faccia la realtà giornaliera, rappresentata da
pochi finanziamenti e poca, veramente poca, competitività.
Un processo brusco ed
improvviso, altamente simile a quello subito dal campionato italiano di
pallacanestro negli ultimi anni, che però il mondo sportivo dell’ex Jugoslavia
ha saputo trarre a proprio vantaggio.
I maggiori club dei
campionati di pallacanestro partecipano oggi all’ABA Liga, o Adriatic League,
una rincarnazione del defunto campionato di pallacanestro jugoslavo, ma soprattutto
un’occasione per continuare a tenere viva la fiamma della filosofia sportiva
dell’antica Federazione, in cui i giovani venivano coltivati e seguiti passo
passo per imporre loro fin da principio una mentalità, al tempo militare, da
atleta professionista dedito all’attività sportiva per la Federazione.
L'Under 18 di Lubiana, invitato al Junio Tournament dell'Eurolega come riconoscimento del grande lavoro giovanile svolto |
Per continuare con questo
ragionamento, le lancette dell’orologio devono tornare al 12 Settembre 2015,
quando, al principio del mio lavoro con la Pallacanestro Reggiana, l’Under 18
affrontò a Gorizia, nel PalaSport dedicato all’indimenticato Pino Brumatti, i
pari-età dell’Olimpija Lubiana.
Ho già citato il grande
lavoro dei Green Dragons con il loro Settore Giovanile come esempio nell’analisi
riguardante la possibilità di un progetto di polisportiva a Reggio, ma ci tengo
a farlo nuovamente.
Grinta, organizzazione,
tecnica e soprattutto QI elevatissimo: questa era l’Under 18 dell’Olimpija
allenata da coach Blaž Bergant, il quale ricopre anche l’incarico di assistente
nell’Under 20 della nazionale slovena.
La prima impressione che mi
ha fornito la squadra slovena è stata quella di avere di fronte una squadra di
giocatori più maturi della propria età, con una tattica e una stabilità mentale
molto vicina a quella propriamente richiesta ad un atleta che fa il giocatore
come mestiere.
Pochi mesi dopo,
infatti, nella squadra riserve Union
Olimpija II sconfissero gli Helios Domžale in un amichevole, gli stessi Helios
che la scorsa stagione hanno vinto il massimo campionato sloveno.
L’Olimpija Lubiana, di fatto,
ha una collaborazione ufficiosa con il centralissimo Gimnazija Šentvid, uno
storico liceo della capitale slovena strutturato come una High School americana
tanto da avere un occhio di riguardo per le discipline sportive: i molti
giovani atleti dell’Union sono seguiti sia sul piano scolastico da un istituto
che impartisce loro cultura ed attenzione alle qualità sportive espresse, sia
sul piano sportivo dalla società.
Cultura e sport, una
combinazione vincente arricchita dalle molte squadre satellite nella provincia
di Lubiana, tra le quali non si può non citare lo Slovan, seconda classificato
in Slovenia dal 2004 al 2006.
Per lo Slovan hanno militato
Goran e Zoran Dragić, Rasho Nesterović, Miha Zupan, Emir Preldžić, Uroš Slokar,
molti dei quali acquistati successivamente dall’Olimpija.
Grazie alla constante
esperienza e alla mentalità loro impressa fin da bambini, tanti giovani
giocatori sono arrivati pronti e non hanno subito il salto dalle giovanili al
professionismo, come testimoniato da Blaž Mešicek e Vanja Marinković nelle
ultime stagioni.
La Dinamo Zagabria è riuscita
a svolgere un qualcosa di simile nel calcio, con tanti giovani cresciuti nel
vivaio ora affermati a livello europeo.
Il giovanissimo roster del KK Mega Leks |
Ieri sera, nella Basketball
Champions League, la Scandone Avellino ha espugnato il campo del KK Mega Leks
di Belgrado, novità assoluta nelle Coppe Europee.
Dal 2004 la società è di
proprietà del super agente Misko Raznatović, che cura gli interessi di gente
come Amedeo Della Valle, Cedi Osman, Marko Gudurić, Dario Saric e Vassilis
Spanoulis.
Raznatović ha improntato la
squadra secondo la sua filosofia di lanciare giovani giocatori, molti dei quali
da lui stesso rappresentati, riuscendo lo scorso anno a terminare al secondo
posto l’ABA Liga.
Il roster della squadra conta
un 92’, un 93’, un 94’, cinque 95’, tre 96’, un 97’ (Čančar, arrivato da
Lubiana) e tre 98’ , molti dei quali provenienti da altri settori giovanili, il
che è un attestato della buona considerazione di cui gode la squadra presso i
giovani giocatori dell’ex Jugoslavia.
Il Mega Leks ha rilanciato un
progetto giovanile con risultati immediati, riuscendo dove il KK FMP, squadra
in cui la Stella Rossa prestava i propri giovani, fallì.
La nazionale femminile serba di volley: nella foto Malešević (91'), Stevanović (92'), Ognjenović (84'), Mihajlović (91') e Bošković (97') |
I recenti risultati raggiunti
dalla Serbia a livello olimpico e mondiale dimostrano che la generazione nata
dalla prima ondata dei settori giovanili dopo la disgregazione della
Federazione sono la testimonianza concreta della grande riuscita del modello e
della mentalità sportiva degli Slavi del Sud.
Se da noi, in Italia, si
tende ad esaltare, quasi si necessitasse di un giovane prodigio, per smentire
le critiche al nostro modo di intendere e fare sport con i giovani, nell’ex
Jugoslavia il clamore intorno ad un giovane atleta che mette piede nel grande
palcoscenico è pressochè nullo.
Tijana Bošković, prodigio del
1997, è stata prima scoperta nella Republika Srpska dal Partizan e poi lanciata
a quattordici anni nella prima squadra, per poi essere immediatamente lanciata
nella nazionale serba di pallavolo argento a Rio 2016, dove ha mostrato una
tenuta mentale straordinaria.
Luka Dončić, talento classe 1999 del Real Madrid con un ottimo minutaggio in Eurolega. Ha mosso i primi passi con l'Olimpija Lubiana |
La mentalità jugoslava,
decantata da coach Repeša nell’intervista già precedentemente citata, ha saputo
affrontare con soluzioni immediate il declassamento dei campionati nazionali
prima e della Lega Adriatica poi, puntando su giovani adulti educati a vivere
una vita da atleta a tutto tondo.
Casino Bonus Code 2021 | CasinoDepositChips
RispondiEliminaCasino Bonus 포항 출장안마 Code 2021. New 충청남도 출장샵 Casino Bonus Code for $150 Bonus + 100 Free Spins + 공주 출장샵 $1,600 in bonus Casino: Casino Bonus Codes. Welcome Bonus: 전주 출장안마 100% 순천 출장샵